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A Pine Ridge

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F.B.I. invade con armi ed elicotteri il territorio Sioux del South Dakota per distruggere... un campo di canapa.

Il consiglio della tribù annuncia la rivolta. Ma a combattere sarà la natura.

Qui non c'è spazio per il folklore, niente visi pallidi e asce di guerra, perché nella riserva indiana di Pine Ridge, Sud Dakota, regna la povertà, quella vera e assoluta, disperata, con alto tasso di disoccupazione, alto tasso di suicidi, elevatissima diffusione di bevande alcoliche e di cibi preconfezionati dall'industria americana e destinati alla gente povera.

Ma sopravvive l'orgoglio, e l'orgoglio Sioux sa come tradursi in rivolta.

Accadrà il prossimo 26 di aprile: lo annuncia John Uccello Giallo Steele, presidente del consiglio tribale degli Oglala, popolo della nazione Lakota, più nota come Sioux.

Capo riconosciuto e carismatico, ma regolarmente e democraticamente eletto, Uccello Giallo si attiene alla tradizione dei suoi antenati che mai avrebbero dato battaglia senza prima avvertire il nemico. Ma il nemico - il governo degli Stati Uniti - non ha ragione di tremare, questa volta: gli Oglala hanno in mente una lotta priva di violenza, condotta non dai guerrieri ma dal loro più autorevole maestro e alleato: la natura del Sud Dakota, quella stessa che, dopo guerre di conquista sanguinosissime ha fatto comunque scappare la gran parte degli invasori bianchi che si sono scoperti troppo deboli e indifesi contro un clima che non fa per loro.

Pine Ridge è la più importante fra le riserve indiane in cui gli Stati Uniti hanno relegato i nativi e, benché non sia la più disperata, è nota, appunto, per l'altissimo tasso di suicidi, per l'alcolismo e la disoccupazione resa ancor più drammatica dal sovraffollamento: oltre 2000 famiglie ci vivono accampate, e non per scelta o tradizione.

Il trattato di Fort Laramie del 1868 conferiva alla riserva lo status di nazione indipendente dotata di sovranità assoluta e della possibilità di cacciare o vivere nella zona delle Black Hills, le montagne sacre della tradizione Sioux. Ma, come dimostrano episodi celebri come il massacro del 1890 e l'assedio del 1973 a Wounded Knee, il concetto di sovranità gode a volte di interpretazioni elastiche negli Stati Uniti tanto che, ad esempio, le stesse Black Hills sono state tolte dalle zone riservate ai Sioux perché destinate a sfruttamento minerario (in barba alla sacralità).

L'ultima violazione, causa della futura rivolta, risale all'agosto scorso, quando una task torce elitrasportata targata F.B.I., D.E.A. (l'agenzia antidroga del governo), e Ufficio degli Affari Indiani sbarca in armi a Pine Ridge per distruggere un piccolo campo di canapa (6000 mq) di proprietà di Alex Piuma Bianca.

Il campo è irrimediabilmente devastato, e Alex incriminato secondo la legislazione federale sulle droghe. Le piantine di Alex però erano l'avanguardia di un progetto di coltivazione di canapa industriale a bassissimo contenuto dì Thc (alcaloide psicoattivo della cannabis), voluto dal consiglio della tribù per rilancia­re l'occupazione nella riserva. «È il classico esempio di doppia verità, o se preferite di lingua biforcuta», dice Winona LaDuke, attivista per i diritti civili di nazionalità Ojibwa, «il governo sostiene la nostra sovranità quando si tratta di smaltire scorie radioattive o aprire case da gioco, non quando cerchiamo di fare qualcosa di assolutamente sano per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio».

La canapa di Piuma Bianca e compagni era destinata all'edilizia per la realizzazione di termoisolanti naturali. Si tratta di una coltivazione che non richiede pesticidi e la sua presenza a Pine Ridge non è una novità. Allo stato selvatico infatti cresce dap­pertutto nei boschi della riserva, e proprio per volontà di quel governo che oggi la distrugge: a spargerla fu il progetto "canapa per la vittoria" lanciato da Roosevelt durante la Seconda Guerra Mondiale. «Non è solo per orgoglio: è per coerenza e per rilanciare le risorse della nostra terra», dichiara ora il capo Uccello Giallo, «che a partire dal 26 aprile semineremo canapa sotto ogni pianta, sotto ogni cespuglio, a fianco di ogni fiore, su ogni montagna».

Pine Ridge si avvia così a diventare un giardino di canapa, e anche un'azienda ecologica di grandi proporzioni. Se il governo non è d'accordo, dovrà vedersela con i Sioux.  

 

In riserva. Qui non c'è spazio per il folklore, niente visi pallidi e asce di guerra, perché nella riserva indiana di Pine Ridge, Sud Dakota, regna la povertà.

 

Pine Ridge è la più importante fra le riserve indiane in cui gli Stati Uniti hanno relegato i nativi...

 

 

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