La Montagna Sacra
el lontano 1978, in un particolare momento di
grazia, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato la “Legge
sulla libertà religiosa” dei Nativi Americani, definiti
“popolazioni autoctone degli Stati Uniti.
Da quel momento i
diritti a esprimere liberamente la propria religiosità dovrebbero
essere preservati e tutelati.
Nei fatti la legge si è rivelata
largamente inefficace e comunque, in massima parte inapplicata.
Per
citare un esempio, molti
luoghi considerati sacri per le varie tribù (da intendersi alla stregua
di Piazza San Pietro a Roma per i cattolici) sono stati devastati
dalla speculazione edilizia, espropriati frettolosamente e destinati
allo sfruttamento minerario o sono stati riservati, previo massiccio
disboscamento, alla ricerca scientifica.
Senza che il Governo degli Stati Uniti abbia mai sentito il
dovere di intervenire. Il posto di cui parliamo qui è Nchaa Dzil,
il Monte Graham, nel comprensorio di Coronado, nell’Arizona, a due
passi dalla riserva Apache di San Carlos.
Fin dal lontano 1980 gli
Apache stanno combattendo contro un progetto dell’Università
dell’Arizona, dell’Istituto tedesco “Max Plank”,
dell’Università italiana di Cerretri e della Specola Vaticana
(istituto atronomico del Vaticano) che punta alla realizzazione di
un enorme complesso di telescopi che dalla cima del sacro Monte
Graham intende esplorare le profondità remote della nostra parte di
universo.
I telescopi, di cui alcuni ormai già “a dimora”, sono
previsti sul Picco Verde Smeraldo, una delle sommità del Monte Graham, una delle ultime dimore del raro scoiattolo rosso. In nome
di questo progetto è stata disboscata un’ampissima zona di una
foresta secolare sulla cima del monte e un’altra da valle in su
per la realizzazione della strada che
conduce al sito di ricerca.
Di più.
Sono state disboscate ulteriori
aree, definite “di rispetto”, adducendo a scusante il rischio di
incendi che potrebbero rendere pericolosa la permanenza del
personale in cima al monte. Qualche incendio, in effetti, si è
verificato, almeno nel corso degli ultimi anni, ma non si è
assolutamente sicuri di poterne attribuire lo scoppio alla natura o
al caso.
Gli Apaches di San Carlos, un popolo che nel XIX secolo ha
conosciuto la guerra e il sacrificio, stanno battendosi con tutte le
loro forze, stanno mobilitando, da anni, l’opinione pubblica
americana e mondiale perché il Monte Graham è il luogo in cui sono
sepolte generazioni di guerrieri, si svolgono numerosi cerimoniali
religiosi, l’origine delle visioni che indicano ai nativi la
strada per il futuro.
La gente ci va per pregare, l’acqua che vi
sgorga è ritenuta sacra. Gli Apaches hanno imparato l’utilità
delle partecipazioni a convegni e forum in tutto il mondo. In
seguito all’ondata generale di sdegna suscitata dalla costruzione
dei
telescopi, le Università americane, esclusa quella dell’Arizona,
hanno ritirato la loro firma in calce al progetto dichiarando che
proseguire sarebbe stato un grave errore, una mancanza di rispetto
imperdonabile, un’ingiustizia.
Sono subentrati altri finanziatori
tra i quali, incredibile a dirsi, il Vaticano! E pensare che proprio
il Papa Giovanni Paolo II ha incontrato – anche recentemente - gli
Apaches, incoraggiandoli a proseguire la loro lotta in difesa dei
diritti religiosi. Negli USA, invece, il comportamento dei delegati
della Santa Sede è ben altro.
Ad esempio, Padre Gorge Coyne,
Responsabile per il sito dei Gesuiti, dice:
“Se fossimo davvero certi che la zona in cui si stanno
edificando i telescopi è sacra, allora la questione sarebbe seria e
non costruiremmo più gli apparati progettati.”
Ma cosa si
richiede per dichiarare la sacralità di un luogo? Esistono le
ricerche dell’antropologo Grenville Goodwin che sostengono questa
tesi in maniera molto documentata. Esiste una proposta del Servizio
Forestale degli Stati Uniti, datata 1985, che punta a proteggere il
Monte Graham in virtù della sua importanza, in senso strettamente
religioso, per le genti Apache. A questo punto, a danno fatto, i
promotori dell’insediamento scientifico, hanno dichiarato di voler
sostenere la sacralità delle zone circostanti quella utilizzata
finora, ma questo genere di proposte risulta naturalmente offensivo
per i nativi. Loro ritengono che tutta la zona sia sacra.
Sono
emerse anche alcune contraddizioni in merito all’accuratezza della
scelta del sito per la collocazione dei telescopi. Alcuni studiosi
sostengono che vi sono, al mondo, parecchi posti che presentano una
volta stellata maggiormente definita e, soprattutto, sono esenti da
critiche di tipo etico.
Restano quindi i dubbi sul “perché” il
Monte Graham sia stato preferito e qui le congetture si
infittiscono. Il fatto è che gli Apache devono guardarsi non solo
dal rapace Governo americano che costantemente tenta di sottrargli
le terre, ma anche dalle organizzazioni di altri stati, come il
Vaticano.
I sostenitori del progetto hanno anche sostenuto la
propria scelta dicendo che gli Apache, interpellati in fase di
progettazione, non hanno risposto e obiettato alcunché fino al
momento in cui la costruzione è stata avviata.
Questa versione dei
fatti viene contestata dai nativi, ma, si sa, è una parola che
contrasta l’altra. Resta la palese violazione della Legge sui
diritti religiosi delle tribù indiane che si ripete costantemente
da un capo all’altro degli Stati Uniti.
Casi come quello del Monte Graham e gli altri di cui parliamo in questo sito si verificano di
frequente. Troppo!
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