Su
La lotta

 


A cura di Paolo Santoni da uno scritto di James R. Weddel

Le Black Hills non si cedono!

G

ià molto tempo fa sapevo che per rispetto di coloro che sono morti invano, in nome del loro onore e del mio, avrei difeso le Black Hills a qualunque costo. Allora, molti anni fa, era quasi Natale, avevo in mano l’assegno della svendita e non avevo denaro per acquistare un regalo per mia figlia. Nonostante ne soffrissi, non potevo incassare quell’assegno.

Avrei preferito morire. Oggi stesso potrei pagare un avvocato con quei soldi ma “NO!”, preferisco stare in prigione piuttosto che svendere le terre più sacre della mia Nazione.

Presi l’assegno e lo appiccicai al muro con una puntina da disegno. Il giorno che lo ricevetti per posta scrissi sul fronte e sul retro: “ASSOLUTAMENTE NO! LE BLACK HILLS NON SONO IN VENDITA!”

A mia figlia dissi solo “ Buon Natale”. Aveva allora 7 anni.

Un atto vergognoso e bastardo è stato compiuto a danno della mia Nazione, dall’esterno e dall’interno della stessa. La politica è il fattore dominante, l’avarizia e il disonore i suoi alleati cospiratori. Una Nazione è moribonda, la sua sacralità è stata tradita, barattata e venduta, sottovalutata da coloro che non l’hanno rispettata o capita. La voce degli spiriti di coloro che sono morti invano chiede ora l’attenzione e la compassione mondiale.

Quei rari individui legati per loro impegno e dovere alle Leggi del Creatore, uniscono le proprie responsabilità religiose e morali e mettono da parte le leggi create dall’uomo, affinché sia la loro coscienza a guidarli. E’ volontà del Destino che l’onore della Nazione resti intatto; che il Cerchio non venga interrotto, costi quel che costi.

La storia di questo atto vergognoso deve essere raccontata. Gli attori principali - avvocati e cospiratori - insieme al governo degli Stati Uniti, devono vergognarsi dal profondo dei loro cuori.

Non possiamo permettere loro di dimenticare. Questo atto vergognoso non deve essere dimenticato, affinché i giovani non ripetano lo stesso errore commesso dai loro genitori.

Fu nel periodo in cui stavo scontando una pena per la rivolta di Pork Plant che l’istanza di rivendicazione sui territori delle Black Hills si presentò all’attenzione del Consiglio Tribale degli Yankton Sioux. Il 1978 fu per noi un anno triste. Il 15 luglio di quell’anno venne indetto un Consiglio Generale per decidere se la tribù dovesse o meno accettare dal governo statunitense un accordo in termini di denaro relativo a Forte Laramie e alle Terre Royce 410 (le Black Hills), in termini legali : istanza 332C. Ci furono 98 favorevoli e 10 contrari.

Il 20 ottobre 1978 il Comitato Affari e Diritti fissò per il 24-25 novembre la riunione del Consiglio Generale e del Referendum sull’accettazione o rifiuto dell’istanza 332C. Il 13 novembre il Comitato rinviò il tutto a dicembre. Il 15 e 16 dicembre avvenne la riunione.

La pratica 332 C venne divisa in 332C1 e 332C2; quest’ultima comprendente i territori Yankton delle Black Hills. Coloro che decisero di proporre questa istanza alla gente sono colpevoli di tradimento.

Larry Cournhoyer, l’allora presidente del Consiglio, utilizzò questa proposta di vitalizio per essere eletto e saccheggiare i fondi della tribù. Ogni istanza venne portata a giudizio della tribù durante il periodo natalizio. Ricevere assegni sotto Natale è una grande tentazione in una terra di povertà con un tasso di disoccupazione pari al 90%.

Non c’è quindi da meravigliarsi se i membri delle tribù accettarono quei fottuti soldi. E’ anche vero che molti dei nostri non sapevano neppure da dove arrivassero i fondi e perché; molti di loro vivevano fuori dalla riserva. Quando vennero informati era ormai troppo tardi, gli assegni erano già stati incassati... e spesi!

Quando arrivarono gli assegni, l’onore passò in secondo piano.

 

Vergogna. La storia di questo atto vergognoso deve essere raccontata. Gli attori principali - avvocati e cospiratori - insieme al governo degli Stati Uniti, devono vergognarsi dal profondo dei loro cuori.

Sotto: una miniera nelle Black Hills al tempo delle guerre indiane

Sotto: un ritratto di James R. Weddel in manette

 

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